Prefissi telefonici, storia ed importanza: quando sono stati introdotti?

Chi è un po’ più grande si ricorderà sicuramente che agli inizi degli anni novanta in Italia non c’erano prefissi telefonici per telefonare nella città dove ci trovavamo, cosa che cambiò, invece, nel 1998.

Per capirci, se chiamavi a Roma, dalla capitale, non dovevi digitare lo 06 davanti al numero di riferimento della persona che volevi contattare.

In realtà, però, per chiamare fuori dal proprio comune, i prefissi si utilizzavano anche all’epoca.

Infatti, questi furono introdotti con il primo piano regolatore telefonico nazionale (PRTN) del 1957.

Evoluzioni, queste, che hanno portato nel corso del tempo all’istituzione di ben 21 compartimenti, 232 distretti e 696 aree locali.

I prefissi telefonici, però, non sono stati (e non sono tutt’ora) utilizzati solo in Italia.

Infatti, è bene ricordare che per chiamare in un dato paese dall’estero, va aggiunto sempre il prefisso telefonico internazionale.

Ad esempio, se ci troviamo in Germania, piuttosto che in Brasile e vogliamo effettuare una chiamata in Italia, dobbiamo digitare dapprima il numero +39, seguito poi dal numero del destinatario.

Il prefisso +39, infatti, corrisponde al nostro paese nel sistema dei prefissi internazionali.

Ma cos’è un prefisso telefonico? La storia

Di base, il prefisso telefonico è un semplice codice che viene utilizzato nella telefonia, prima del numero identificativo, per definire quella che è la zona geografica oppure l’operatore di riferimento (in questo secondo caso, alludiamo soprattutto alla telefonia mobile).

Tuttavia, come accennato precedentemente, ogni stato del mondo (non solo l’Italia) ha un prefisso telefonico a livello internazionale, che è composto da una o più cifre.

Ma, per approfondire meglio l’argomento, vi consigliamo la lettura di questo articolo: “Prefissi telefonici internazionali: cosa sono e come funzionano“.

Ma perché il prefisso telefonico è così importante?

Ebbene, il prefisso telefonico sostituì letteralmente il ruolo dei centralinisti che un tempo, e i giovani magari non ci crederanno, mettevano in collegamento le persone da una città all’altra.

Per la precisione, il 31 ottobre del 1970 fu messo in archivio il ruolo delle telefoniste.

Da quel momento in poi, non serviva più un intermediario per chiamare da una città all’altra ma fu integrato il prefisso telefonico, al fine di evitare questo passaggio lungo e macchinoso.

A tal proposito, il presidente della SIP Giovanni Someda sottolineò quanto segue: “La teleselezione è stata completata ed estesa a tutto il paese e a tutti gli utenti, assolvendo così agli impegni assunti con la convenzione stipulata il 27 febbraio 1968 con il Ministero Poste e Telegrafi”.

Questo fu anche il momento di un altro cambiamento radicale e cioè quello del passaggio tra i diversi gestori dell’epoca (Stipel, Telve, Timo, Set e Teti) divisi per zona del paese, i quali confluirono successivamente in un unico fornitore.

Da lì, quindi, nacque la teleselezione che automatizzava il processo, attraverso delle nuove centrali.

Il tutto, dunque, fu avviato negli anni cinquanta, prima di arrivare poi, come detto, all’abolizione graduale del ruolo delle telefoniste.

Storia della telefonia in Italia

La storia della telefonia in Italia nasce, tuttavia, con una fase sperimentale ancor prima che l’oggetto stesso venisse brevettato.

Da quel momento in poi, tutto ha vissuto una serie di sviluppi sempre più importanti dal punto di vista tecnologico.

Infatti, i primi esperimenti in generale vennero fatti in Italia (e in tutto il mondo) tra il 1843 e il 1865, da Innocenzo Manzetti in grado di elaborare un prototipo di telefono.

Da quel momento, iniziarono vari esperimenti tra cui quello condotto da Antonio Meucci che però viveva tra Cuba e gli Stati Uniti da esule per motivi politici.

Il brevetto ufficiale fu assegnato, invece, a Alexander Graham Bell nel 1876 e così iniziarono anche in Italia le sperimentazioni su questo prototipo ideato dallo scozzese.

Anno cruciale fu, però, il 1877 quando vennero fatte due dimostrazioni pubbliche a Milano.

In questo contesto, fu l’Ingegner Maroni a costruire il primo prototipo per l’Italia.

Come detto, quindi, i prefissi telefonici furono introdotti a livello nazionale nel 1957 ma, nonostante questo, per chiamare nello stesso distretto fino al 1998 non era necessario comporre un prefisso.

Infatti, il prefisso telefonico venne introdotto in via sperimentale (anche quando si chiamava verso lo stesso distretto) il 19 giugno 1998 e, definitivamente, il 18 dicembre successivo.

I prefissi telefonici delle principali città italiane

Di seguito la lista di alcuni dei prefissi telefonici delle principali città italiane:

  • Milano, Lombardia – 02
  • Roma, Lazio – 06
  • Napoli, Campania – 081
  • Torino, Piemonte – 011
  • Palermo, Sicilia – 091
  • Genova, Liguria – 010
  • Bologna, Emilia-Romagna – 051
  • Firenze, Toscana – 055
  • Bari, Puglia – 080
  • Catania, Sicilia – 095
  • Venezia, Veneto – 041
  • Verona, Veneto – 045
  • Trieste, Friuli-Venezia Giulia – 040
  • Padova, Veneto – 049
  • Brescia, Lombardia – 030
  • Taranto, Puglia – 099
  • Reggio Calabria, Calabria – 0965
  • Cagliari, Sardegna – 070
  • Modena, Emilia-Romagna – 059
  • Parma, Emilia-Romagna – 0521

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