La legalizzazione della cannabis negli Stati Uniti rappresenta uno degli sviluppi legislativi e sociali più significativi degli ultimi decenni. Nonostante la persistente illegalità a livello federale, una marea crescente di stati ha abbracciato la legalizzazione per uso medico e ricreativo, segnando un netto distacco dalle politiche proibizioniste di lunga data.
Stati USA dove la cannabis è legale per uso ricreativo
Nel 2024, ventiquattro stati e il Distretto di Columbia hanno legalizzato la cannabis per uso ricreativo. Qui, gli adulti possono possedere e consumare cannabis legalmente, con specifici limiti di possesso e coltivazione personale che variano da stato a stato:
- Alaska
- Arizona
- California
- Colorado
- Connecticut
- Delaware
- Illinois
- Maine
- Maryland
- Massachusetts
- Michigan
- Minnesota
- Missouri
- Montana
- Nevada
- New Jersey
- New Mexico
- New York
- Ohio
- Oregon
- Rhode Island
- Vermont
- Virginia
- Washington
- Washington D.C. (Distretto di Columbia)
Stati USA dove la cannabis è legale solo per uso medico
Altri stati hanno legalizzato la cannabis ma solo per uso medico, consentendo ai pazienti con condizioni mediche qualificate di accedere alla cannabis attraverso programmi regolamentati:
- Alabama
- Arkansas
- Florida
- Georgia (solo olio a basso contenuto di THC)
- Hawaii
- Iowa (solo olio a basso contenuto di THC)
- Kentucky (solo olio a basso contenuto di THC)
- Louisiana
- Mississippi (solo olio a basso contenuto di THC)
- New Hampshire
- North Dakota
- Ohio
- Oklahoma
- Pennsylvania
- South Dakota
- Tennessee (solo olio a basso contenuto di THC)
- Texas (solo olio a basso contenuto di THC)
- Utah
- West Virginia
- Wisconsin (solo olio a basso contenuto di THC)
Stati USA dove la cannabis è illegale
In alcuni stati, sia l’uso ricreativo che quello medico della cannabis rimangono illegali, riflettendo politiche più conservative:
- Idaho
- Kansas
- Nebraska
- South Carolina
- Wyoming
L’evoluzione federale: verso una possibile riclassificazione
Un cambiamento significativo nel trattamento federale della cannabis potrebbe essere all’orizzonte. Recentemente, è stata proposta una riclassificazione della cannabis da Sostanza di Tabella I a Tabella III, che segnalerebbe un riconoscimento del potenziale uso medico della cannabis e una minore percezione del suo potenziale di abuso. Questa mossa potrebbe facilitare ulteriormente la ricerca medica e moderare alcune delle restrizioni fiscali e bancarie attualmente in atto per le imprese operanti nel settore della cannabis.
Implicazioni economiche della legalizzazione della cannabis
La legalizzazione della cannabis ha portato a un incremento significativo delle entrate fiscali per gli stati, superando persino quelle generate dall’alcool in nove stati, tra cui California, Washington e Colorado. Questo aumento delle entrate fiscali deriva dalle vendite dirette di cannabis ma anche dalle attività economiche indirette correlate, come il turismo, la real estate e la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore.
Il settore della cannabis ha anche stimolato mercati dipendenti da esso, inclusi quelli della tecnologia, sicurezza, e servizi professionali, ampliando ulteriormente il suo impatto economico. Inoltre, si prevede che l’industria aggiungerà fino a 200 miliardi di dollari in spese aggiuntive all’economia statunitense entro il 2030.
Questa crescita impressionante sottolinea il ruolo sempre più rilevante che l’industria della cannabis sta assumendo nell’economia americana, trasformandola da un mercato di nicchia a un settore economico di vasta portata.
La situazione in Italia
In Italia, la situazione della cannabis è regolata in modo abbastanza rigido rispetto a paesi che hanno adottato politiche di legalizzazione completa. La cannabis per uso ricreativo rimane illegale, mentre l’uso medico è regolamentato e consentito sotto stretto controllo medico. A fianco di queste categorie, esiste la cosiddetta “erba legale”, legale grazie al suo basso contenuto di THC (inferiore allo 0,6%). Questa forma di cannabis non è classificata come stupefacente e può essere venduta liberamente.
Un esempio notevole in questo settore è rappresentato dalla cannabis light di Weedzard, un brand che ha saputo imporsi sul mercato grazie alla qualità e alla conformità alle normative italiane. Prodotti di questo tipo dimostrano come il mercato dell’erba legale possa offrire opportunità commerciali legittime, pur rimanendo nell’ambito di una normativa che ne limita il contenuto psicoattivo.